In realtà, nei testi sacri il famigerato 666 appare soltanto una volta, nell’apocalisse di Giovanni, facente parte del nuovo testamento. Un unico passo, bene impresso nella coscienza collettiva, ripreso in decine, se non centinaia di film, e da un certo tipo di discografia, che lo utilizza per enfatizzare la connotazione “infernale” dei suoi artisti.
Il seicentosessantasei, è dall’apostolo Giovanni attribuito alla “bestia”, e definito “numero d’uomo”, poiché l’uomo è una forma di vita basata sul carbonio, ed il carbonio, è la bestia che ha fatto incarnare la sua Anima. I composti di carbonio sono alla base di ogni manifestazione terrena, e l’isotopo del carbonio 12, che è di gran lunga il più comune (98,9%), è composto di 6 protoni, 6 elettroni, e 6 neutroni.
Approfondirò presto in articolo dedicato, la dinamica fisica, secondo la quale l’atomo del carbonio, riesce a legarsi alle Anime cadute da dimensioni più alte. L’isotopo del carbonio infatti, è la bestia che ha il potere di trattenere le Anime, costringendole ad un matrimonio con la materia, in corpi fisici e mentali, contaminati da una coscienza di bassa vibrazione (l’ego insinuato dagli arconti).
Come poteva l’apostolo Giovanni, conoscere l’isotopo del carbonio?
Badate bene, lui non fece il nome delle particelle, per come le conosciamo oggi. Non disse: “la bestia è composta di 6 elettroni, 6 protoni, e 6 neutroni”, ma si limitò a descriverne la struttura attraverso un valore numerico. I nomi si inventano e non descrivono nulla, matematica e geometria invece, definiscono la creazione e rimangono fedeli a se stesse. Proprio per questo, numerologia e geometria sacra, erano care a geni e filosofi come Leonardo e Platone.
Essendo un mistico, Giovanni, ha canalizzato l’essenza alla base della vita nella materia, intuendola di 18 parti con caratteristiche diverse, suddivise in tre gruppi di 6, e da queste, ha estrapolato il valore numerico 666. Egli, ha definito la natura dell’atomo di carbonio, assimilandone la struttura ad un valore matematico, senza dare alcuna definizione ai gruppi di 6, e limitandosi a dire:
“Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo; e il suo numero è 666”
So bene, che per uscire dal corpo ed indagare l’etere astrale, è sufficiente elevarsi nella fase del dormiveglia, o in stato di ipnosi. Più volte infatti, nei testi sacri si fa riferimento ai sogni, ma che più probabilmente, erano visioni, ottenute in stato di ipnosi autoindotta.
Giovanni però, che secondo gli insegnamenti di Gesù, per mezzo dello Spirito Santo e del Christos Solare, elevò l’Anima, e stabilì un contatto solido e costante con lo Spirito del Padre, ricevette queste informazioni tramite un canale intuitivo, che una volta stabilito, non ha più bisogno di essere ricercato. Questo canale, è il ponte tra Anima e Spirito, materia ed antimateria, maschile e femminile, che si instaura dopo aver trasformato il proprio corpo in Luce.
Il “Corpo di Luce”, è il corpo fisico che grazie allo Spirito Santo, o Kundalini, ed all’attivazione del Christos Solare, annichilisce l’ego arcontico e moltiplica le eliche del DNA. Le vibrazioni del Corpo di Luce, sono quelle dell’Anima, che dev’essere resuscitata nella propria carne, senza aspettare di morire.
Chi realizza la propria Anima, per mezzo dello Spirito Santo e del Christos Solare, abbatte gli ostacoli che normalmente, impediscono alle persone di attingere informazioni dall’etere Spirituale. Per questo l’apostolo Giovanni, ha intuito la natura intima della materia, millenni prima degli scienziati, cogliendone l’essenza per mezzo dello Spirito, invece di un’immagine attraverso il microscopio.
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