La guarigione del cieco nato, tra i miracoli di Gesù Cristo è il più ricco di significato esoterico, dato che in modo abbastanza diretto, fa riferimento all’acquisizione della “Seconda Vista”; cioè alla conquista della Vista Spirituale che è propria del Regno dei Cieli. In questo articolo, riassumerò il miracolo per come è stato narrato nel Vangelo di Giovanni, ed in calce ne completerò la descrizione svelandone il significato nascosto.
Non mancare dunque di arrivare fino alla fine dell’articolo, perché in nessun altro luogo troverai la Conoscenza che sto per darti. Sempre in fondo all’articolo, troverai importanti link di approfondimento, ed un collegamento alla mia Guida all’attivazione del Christos Solare. Buona lettura quindi, e grazie per essere su iosonolavia.it.
Il miracolo della guarigione del cieco nato, uno dei miracoli più belli di Gesù Cristo
Il miracolo del cieco nato è descritto nel Vangelo Secondo Giovanni (9,1-41), ed è uno tra i più conosciuti e toccanti miracoli di Gesù Cristo. Ebbe luogo a Gerusalemme, mentre Gesù stava discutendo con dei sacerdoti e degli scribi farisei, che nel tempio lo stavano accusando di blasfemia per avere affermato di ESSERE UNO con Dio (Giovanni 8:58-59). Dinanzi a Gesù si presentò un uomo cieco dalla nascita, ed suoi discepoli gli chiesero: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché nascesse cieco?». (Giovanni 9:2).
Domanda che aveva a che fare con le convinzioni di quel tempo, secondo cui una disabilità poteva rappresentare una punizione per i propri peccati, o quelli commessi dai propri genitori. Gesù respinge con forza queste credenze, rispondendo: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, questo è avvenuto affinché in lui si manifestassero le opere di Dio” (Giovanni 9:3). Poi disse anche: “Bisogna che compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno, perché quando viene la notte nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo” (9:4-5).
Dopo aver pronunciato queste parole, Gesù sputò per terra e mescolò della terra alla sua saliva, spalmò poi la terra intrisa della sua saliva sugli occhi dell’uomo, dopodiché gli disse di andare a lavarsi nella piscina di “Siloe”, che dall’ebraico significa “emettere” o “inviare”. L’uomo obbedì ed andò a lavarsi, e quando tornò balbettò, e poi gridò di poter vedere per la prima volta nella sua vita.
La reazione al miracolo, da parte del cieco nato, e dei sacerdoti e gli scribi farisei
Il miracolo della guarigione del cieco nato, ebbe un impatto molto profondo non soltanto sull’uomo che venne guarito, ma anche su tutti coloro che vi furono testimoni. L’uomo che fu miracolato divenne un seguace di Gesù Cristo, e testimoniò con fervore a quei capi religiosi che Gesù lo aveva guarito (Giovanni 9:8-34). Egli per di più, dopo aver ricevuto la vista riconobbe Gesù non soltanto come un profeta, ma gli si prostrò dinanzi riconoscendolo come Signore e Figlio di Dio (Giovanni 9:35-38).
Gli scribi ed i sacerdoti farisei, non volevano credere che Gesù potesse fare miracoli, ed interrogarono l’uomo al fine di trovare qualche contraddizione nella sua testimonianza. Non trovandola, accusarono Gesù di essere un peccatore perché aveva guarito nel giorno di sabato, cosa che consideravano una violazione della legge di Dio. Dissero: “Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato” (Giovanni 9:16).
L’uomo che ora vedeva non era d’accordo con loro, e disse: “Se sia un peccatore o no, questo io non lo so. Ma una cosa sola so: ero cieco ed ora ci vedo!“ (Giovanni 9:25). Poi li sfidò dicendo: “Se quest’uomo non fosse da Dio, non potrebbe far nulla” (Giovanni 9:33). I farisei si adirarono con lui e lo cacciarono dalla sinagoga. Gesù lo fermò dopo che l’avevano cacciato e gli chiese: “Credi tu nel Figlio dell’uomo?” (Giovanni 9:35). L’uomo chiese chi fosse, e Gesù disse: “Ora l’hai visto, perché è lui che ti sta parlando” (Giovanni 9:37). L’uomo rispose: “Signore, io credo!”, e lo adorò (Giovanni 9:38).
Il monito di Gesù Cristo agli scribi ed ai sacerdoti farisei
Il miracolo della guarigione del cieco nato, non restituì soltanto la vista ad un uomo, ma mise in luce la cecità spirituale di tutti coloro che si rifiutavano di credere in Gesù Cristo. I farisei infatti, che avrebbero dovuto essere esperti della legge e maestri di Israele, non volevano accettare che Gesù fosse il Figlio di Dio e continuavano ad osteggiarlo e ad accusarlo.
Gesù disse allora: “Io sono venuto in questo mondo per dare la vista a quelli che sono ciechi, e per toglierla a quelli che credono di averla” (Giovanni 9:39). Alcuni farisei che erano nelle vicinanze lo udirono e gli chiesero se anche loro fossero ciechi. Gesù disse: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato. Ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane” (Giovanni 9:41).
Il significato esoterico del miracolo della guarigione del cieco nato
Prima di svelare l’esoterismo di questo miracolo, intendo precisare che la presenza di un significato esoterico, non sottintende che questi fatti non siano realmente accaduti. Gesù Cristo era davvero in grado di fare miracoli, ed il fatto che ogni suo gesto non sia stato compiuto a caso, fa parte del miracolo stesso e del suo più profondo significato. Quanti ciechi infatti, e quanti altri infelici ci sarebbero da guarire? Perché dunque salvarne uno soltanto, se non per comunicare un messaggio che vada ben oltre la condizione umana?
Già in Giovanni 3:5, durante il suo discorso con Nicodemo, Gesù ripeté che per entrare nel Regno di Dio bisogna nascere di nuovo dall’Acqua e dallo Spirito. Ebbene, il significato di questa rivelazione è lo stesso del miracolo della guarigione del cieco nato.
L’Anima che ci proviene da Dio, e che dobbiamo ritrovare e compenetrare con il nostro IO, risiede dapprima nella componente liquida del nostro Cuore, che è la prima e meravigliosa sede dell’Anima incarnata. In media, il corpo umano è composto per il 65% d’acqua, e vi sono organi che ne contengono addirittura oltre il 90%. Gli occhi ed il sangue ad esempio, ne contengono il 95%.
L’uomo dunque è la terra, ed in Verità, ciò che anima questa terra sono l’Acqua e lo Spirito contenuto in essa. Come l’uomo è venuto alla luce per la prima volta attraverso le acque di sua madre, può farlo una seconda volta contattando “l’interno degli interni”, che è la componente liquida del suo corpo dove ritroverà la Propria Anima e la Vera Luce.
L’interno degli interni è la memoria dell’immagine di Dio, cioè l’Anima che è contenuta nell’Acqua, e che da forma e vita al corpo dell’essere umano. Quando l’IO dell’uomo fa propria la Volontà di Dio, e decide di discendere nell’interno degli interni a compenetrare l’Anima, diventa egli stesso come la terra che si mescola alla saliva di Cristo.
Così l’uomo vivifica la propria Scintilla Divina e risorge nello Spirito, acquistando una SECONDA VISTA, cioè la visione della Vera Luce, che è data soltanto a chi senza aspettare di morire ha saputo NASCERE UNA SECONDA VOLTA.
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