Ho già affrontato in altri articoli, il tema della reale ed inconfutabile esistenza del Gesù storico, mettendolo però a confronto con il Cristo esoterico, cioè con la figura del Cristo legata all’iconografia mistica del Cristianesimo. In questo articolo invece, intendo dedicarmi esclusivamente a dimostrare che l’esistenza storica di Gesù è attestata non soltanto dai testi sacri, ma anche da svariate altre fonti, non meno affidabili di quelle su cui si basa la certezza che sia esistito Ponzio Pilato, Erode, Tiberio, Augusto, Paolo di Tarso, Giuseppe Flavio, e tutte le altre figure storiche contemporanee e non di Gesù Cristo.
In questo articolo, farò dunque riferimento a testimonianze che nulla hanno a che vedere con il sacro, e che sono state avallate da molti storici moderni. Ma prima, vorrei comunque dedicare qualche paragrafo ai vangeli, che pur essendo miticizzati e non completamente affidabili, rappresentano pur sempre la testimonianza dell’esistenza di un Gesù che a quel tempo, fu in grado di rapire le menti e soprattutto i Cuori delle masse cui si rivolgeva, e che ben presto lo identificarono come un uomo mandato da Dio.
Partirò dunque dai vangeli e dagli altri testi sacri, per arrivare in seguito a citare molte fonti storiche ed indipendenti dal Cristianesimo.
La testimonianza dell’esistenza di Gesù nei testi sacri
Com’è ovvio, tra i testi antichi che maggiormente fanno riferimento a Gesù, vi sono prima di tutto i quattro vangeli canonici: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Senza considerare la vasta ed altrettanto affascinante letteratura apocrifa, i vangeli canonici rappresentano i resoconti più antichi e dettagliati della vita, gli insegnamenti, i miracoli, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Sono stati scritti da autori anonimi, basati su tradizioni orali e fonti precedenti, nel I secolo o all’inizio del II secolo d.C. Sebbene non siano documenti completamente affidabili, ma piuttosto narrazioni teologiche con uno scopo religioso, contengono preziose informazioni storiche che possono essere verificate o corroborate da altre fonti. Descrivono perfettamente il contesto politico, sociale, e religioso della Palestina del I secolo, e menzionano molti personaggi storici, come Erode il Grande, Ponzio Pilato, Giovanni Battista e Caifa, la cui esistenza e ruoli sono confermati da prove esterne.
Ciò non toglie che per gli storici, lo studio dei vangeli rappresenti una sfida, dato che contengono numerose contraddizioni, incoerenze, e discrepanze con diverse altre fonti. Riflettono inoltre le opinioni teologiche, ed i pregiudizi dei loro autori e delle loro comunità, che con tutta probabilità, hanno modellato l’immagine di Gesù secondo le proprie credenze ed i propri programmi. E’ dunque perfettamente normale, che gli storici non possano accettare come storicamente attendibile tutto ciò che è riportato nei vangeli, ma che debbano adottare criteri piuttosto critici per valutarne l’autenticità e la credibilità.
Ciò che viene fatto, è rilevare l’effettiva appartenenza dei testi alle epoche cui fanno riferimento, e verificarne i contenuti incrociando le informazioni con quelle riportate da fonti indipendenti.
I fatti più importanti storicamente riconducibili alla figura di Gesù Cristo
Utilizzando i criteri storici e scientifici di cui sopra, gli storici hanno raggiunto un ampio consenso su alcuni dei fatti che riguardano il Gesù storico, trai i quali i più significativi ed ampiamente accreditati, sono il battesimo di Gesù Cristo da parte di Giovanni Battista e la sua crocifissione per ordine di Ponzio Pilato. Ve ne sono però molti altri, che vi elenco qui di seguito prima di darvene ulteriore conferma.
L’esistenza storica di Gesù è attestata in base ai seguenti questi fatti, che secondo fonti storiche affidabili (che vedremo in seguito) risultano realmente avvenuti:
- Gesù ricevette il battesimo da parte di Giovanni Battista.
- Gesù fu crocifisso per ordine di Ponzio Pilato.
- Gesù nacque a Nazaret (non a Betlemme) intorno al 4 aEV.
- Gesù era un predicatore ebreo che annunciava l’avvento del Regno di Dio.
- Gesù radunò un gruppo di discepoli che lo seguirono per la Galilea.
- Gesù compì miracoli ed esorcismi, che avvennero realmente o che furono interpretati come tali dai suoi contemporanei.
- Gesù ebbe numerosi conflitti con le autorità ebraiche per la sua interpretazione della Torah.
- Gesù andò a Gerusalemme intorno al 30 EV durante la Pasqua.
- Gesù causò molto scompiglio nel Tempio.
- Gesù fu arrestato dalle autorità ebraiche e consegnato a Pilato.
- Gesù morì su una croce fuori Gerusalemme.
- Gesù a detta di alcuni suoi seguaci sarebbe risuscitato dalla morte.
L’attestazione storica del battesimo e della crocifissione di Gesù Cristo
Le fonti non Cristiane, dunque indipendenti, ed utili a soddisfare i criteri di storicità sul battesimo e la crocifissione di Cristo, sono soprattutto le seguenti:
Prima fonte: lo storico ebreo Giuseppe Flavio, che nel suo libro Antichità giudaiche (scritto verso il 93 d.C.) parla di Giovanni Battista e della sua attività di battezzatore, ed afferma che Gesù fu condannato alla croce da Ponzio Pilato per ordine dell’imperatore Tiberio.
Seconda fonte: lo storico romano Tacito, nella sua opera Annales (scritta verso il 116 d.C.), racconta che Nerone accusò i Cristiani dell’incendio di Roma e li fece perseguitare, ed aggiunge che il loro nome derivava da Cristo, che fu messo a morte da Pilato sotto il comando di Tiberio.
Terza fonte: lo scrittore romano Svetonio, che nella sua opera Vite dei Cesari (scritta verso il 120 d.C.) menziona l’espulsione degli ebrei da Roma sotto Claudio a causa dei disordini provocati da un certo Chrestus, probabilmente un riferimento a Cristo.
Quarta fonte: il governatore romano Plinio il Giovane, che in una lettera all’imperatore Traiano (scritta nel 112 d.C.) descrive le pratiche religiose dei cristiani della Bitinia, tra cui il canto di inni a Cristo come a un dio.
Quinta fonte: lo scrittore greco Luciano di Samosata, che nella sua opera Il pescatore (scritta verso il 170 d.C.) ironizza sui cristiani come seguaci di un uomo crocifisso in Palestina.
In special modo la prima fonte, cioè quella dello storico Giuseppe Flavio vissuto nel I secolo d.C., merita ulteriori considerazioni ed approfondimenti. Questo storico infatti, scrisse due opere principali: “La guerra giudaica”, che narra della rivolta ebraica contro Roma dal 66 al 70 d.C., e “Le antichità degli ebrei”, che riprende la storia del popolo ebraico dall’inizio alla fine del I secolo d.C. In entrambe le sue maggiori opere, Giuseppe Flavio cita figure ed eventi che si ritrovano nel Nuovo Testamento, fatti che riguardano Erode il Grande, Ponzio Pilato, Giovanni Battista, Giacomo fratello di Gesù, le sette giudaiche dei farisei, dei sadducei e degli esseni. Soprattutto, menziona Gesù per due volte confermandone il battesimo e la crocifissione.
La prima menzione è in Antichità 18.3.3, dove Giuseppe Flavio scrisse:
”In questo tempo visse Gesù, un uomo saggio, se davvero lo si può chiamare un uomo. Perché era uno che compiva azioni sorprendenti ed era un insegnante di persone che accettano volentieri la verità. Conquistò molti ebrei e molti greci. Era il Messia. E quando Pilato lo condannò alla croce, su accusa dei principali fra noi, quelli che per primi lo avevano amato non cessarono. Apparve loro trascorrendo un terzo giorno risuscitato, poiché i profeti di Dio avevano predetto queste cose e mille altre meraviglie su di lui. E la tribù dei cristiani, così chiamata da lui, non è ancora scomparsa fino ad oggi.”
Questo primo passaggio è noto come Testimonium Flavianum, ed è una delle maggiori testimonianze dell’esistenza storica di Gesù. Anche se sembra troppo favorevole a Gesù per appartenere ad un ebreo rimasto fedele al giudaismo, ed è stato probabilmente interpolato da successivi scribi cristiani, la maggior parte degli studiosi non hanno dubbi sul fatto che appartenga allo stesso Giuseppe Flavio.
La seconda menzione è in Antichità 20.9.1, dove Giuseppe Flavio scrisse:
“Festus era ormai morto, e Albinus era solo sulla strada; così riunì il sinedrio dei giudici e condusse davanti a loro il fratello di Gesù chiamato Cristo, il cui nome era Giacomo, e alcuni altri; e dopo aver mosso contro di loro un’accusa di trasgressori della legge, li consegnò per essere lapidati.”
Questo passaggio è noto come iscrizione dell’Ossario di Giacomo, ed è accettato come autentico dalla maggior parte degli studiosi. Conferma che Gesù aveva un fratello di nome Giacomo, capo di un primo movimento Cristiano a Gerusalemme, che fu giustiziato per ordine del sommo sacerdote Anano intorno al 62 d.C. Conferma inoltre che Gesù era conosciuto come il Cristo, che dall’ebraico significa Messia o Unto del Signore.
Approfondimenti sulla seconda fonte, rappresentata dallo storico Tacito
Publio Cornelio Tacito, storico romano vissuto a cavallo tra il I e II secolo d.C., scrisse diverse opere sulla storia di Roma, come i suoi Annali e le sue Storie. In The Annals 15.44, Tacito scrive del grande incendio scoppiato a Roma nel 64 d.C. sotto il regno dell’imperatore Nerone. Dice che Nerone incolpò i Cristiani per aver appiccato il fuoco e li perseguitò sottoponendoli alla tortura. Poi aggiunge:
“Christus, da cui il loro nome ebbe origine, subì l’estrema pena durante il regno di Tiberio per mano di uno dei nostri procuratori, Ponzio Pilato.”
Questo passaggio è noto come il riferimento di Tacito a Cristo, ed è considerato autentico dalla stragrande maggioranza degli storici moderni. Conferma che Gesù fu giustiziato da Ponzio Pilato sotto Tiberio Cesare intorno al 30 d.C. Conferma inoltre, che i suoi seguaci erano chiamati cristiani e che furono perseguitati dall’imperatore Nerone.
Tutte le fonti che ho brevemente citato, e quelle che ho appena approfondito, sono solo alcune delle fonti storiche ed affidabili che in modo chiaro, fanno riferimento a Gesù Cristo definendolo a capo di un nuovo, potente e rivoluzionario movimento religioso. Sappiate infatti, che esistono molti più riferimenti storici a Cristo che ad altri personaggi dell’epoca, dei quali nessuno si sognerebbe di mettere in dubbio la veridicità storica.
Esistono infatti innumerevoli altre citazioni, che direttamente o indirettamente fanno riferimento a Gesù o ai suoi seguaci. Citazioni rintracciabili nel Talmud ebraico, negli scritti degli storici romani Svetonio e Plinio il Giovane, nei testi dello scrittore siriano Mara bar Serapion, ed in molti altri documenti interessanti ed affidabili. L’esistenza storica di Gesù, è dunque attestata da diverse fonti cristiane e non, che soddisfano i criteri di attendibilità storica e che quindi sono da considerarsi affidabili.
L’esistenza storica di Gesù Cristo è dunque attestata
Sebbene le prove succitate, non confermino i miracoli, gli esorcismi e la resurrezione di Gesù, forniscono prove sufficienti per sostenere che Cristo è stato un influente personaggio storico, realmente esistito nella Palestina del I secolo. Un mistico che predicava del Regno di Dio, che ha trascinato le masse, che si è scontrato con le autorità del tempo, e che è stato condannato a morire sulla croce.
Questi sono fatti accettati dalla maggior parte degli studiosi, indipendentemente dal loro credo e dalle loro convinzioni personali. Pertanto, è ragionevole concludere che Gesù è stato un personaggio storico, e che dunque sia realmente esistito. Chi continua ad affermare il contrario, più che un ateo ed un bestemmiatore è da considerarsi un ignorante.
Ma aldilà delle conferme degli storici, non vedo come il fondatore della religione più grande del mondo, che lo ha cambiato, ed al quale tre quarti del pianeta fa riferimento persino quando misura il tempo, possa essere un personaggio di fantasia come gatto silvestro o topo gigio. Chi con un minimo di intelligenza, potrebbe ricondurre tutto questo all’opera di un fantasma? Infatti, chi continua ad affermare questo, più che un ateo, un bestemmiatore e un ignorante, è più semplicemente da considerarsi uno stolto.
Ed ora che hai compreso che l’esistenza storica di Gesù è attestata, ti consiglio di approfondire il tema del Gesù storico e del Cristo esoterico leggendo anche questo articolo:
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