Storia di San Matteo Apostolo: Vita, Vangelo, e Martirio, del discepolo di Cristo che era un pubblicano

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San Matteo Apostolo di Gesù Cristo, nacque a Cafarnao, antica città della Galilea, in Israele, intorno al 4/2 a.C.. Il suo vero nome era Levi, cambiato in Matteo in segno di devozione a Gesù, o da Gesù stesso, dato che Matteo ha un significato più profondo e vuol dire “Dono di Dio”. San Matteo è stato l’autore di uno dei quattro Vangeli Canonici riconosciuti dalla Chiesa Cattolica, ed il suo vangelo (Vangelo Secondo Matteo) è il primo del Nuovo Testamento che presenta Gesù come il Messia ed il Figlio di Dio, a come naturale ed imperituro compimento del Disegno di Dio sulla terra.

Matteo (Levi), in principio disprezzato esattore dell’Impero Romano

La storia di San Matteo Apostolo, è caratterizzata dal fatto che egli fosse un pubblicano, cioè un esattore delle tasse per conto dell’Impero Romano. La sua professione era causa di odio e disprezzo da parte dei suoi compagni ebrei, che lo consideravano un peccatore ed un traditore della legge e della fede. La sua professione lo rendeva un collaborazionista dell’Impero, che vessava il popolo con tassazioni inique, e perseguitava gli ebrei perché si rifiutavano di adorare gli dei e gli imperatori di Roma.

Matteo pur di arricchirsi, aveva accettato di fare l’aguzzino per conto di Roma, e di sporcarsi le mani non per bisogno ma per mestiere, con del denaro che era un mezzo di propaganda politica e religiosa, riportante le immagini di molti dei pagani, e dell’imperatore che esigeva anch’egli di essere adorato come un dio.

La vita di San Matteo è stravolta dell’incontro con Gesù Cristo

Secondo i vangeli di Marco, Matteo e Luca, Gesù vide Levi seduto al banco delle imposte e gli disse: “Seguimi”. Levi si alzò e lo seguì (Marco 2:14; Luca 5:27; Matteo 9:9).

Gesù Cristo chiama a Sé San Matteo

Dopo che Gesù lo chiamò a seguirlo, San Matteo volle offrire un pranzo in suo onore, ed invitò altri pubblicani e peccatori a condividere cibo e bevande. Questo suscitò scandalo tra i farisei, che criticarono Gesù per aver accettato di mangiare con degli uomini disprezzati e considerati impuri. Gesù rispose dicendo loro che era venuto a chiamare non i giusti ma i peccatori, e che desiderava la misericordia e non il sacrificio. (L’episodio del banchetto è descritto in Matteo 9:9-13; Marco 2:13-17; Luca 5:27-32).

Con queste parole, Gesù dimostrò la propria apertura nei confronti di tutti, anche verso gli emarginati dalla società religiosa del suo tempo. Lasciando intendere che il Regno di Dio è aperto a tutti coloro che si pentono e credono nel Vangelo. Fu così che San Matteo, divenne uno dei più stretti seguaci di Gesù Cristo, ed assistette ai suoi miracoli, insegnamenti, passione, morte e risurrezione.

La storia di San Matteo Apostolo dopo l’ascensione di Gesù Cristo

Dopo la morte e risurrezione di Gesù Cristo, San Matteo continuò la propria missione di apostolo, predicando prima di tutto in Palestina, dove scrisse il suo Vangelo in ebraico (o aramaico) per i Cristiani di origine ebraica. Un vangelo che è il più lungo tra i Canonici (28 capitoli), e che presenta Gesù come il Messia promesso dalle antiche profezie, fondatore unico del Regno di Dio che si estende a tutti i popoli.

San Matteo tuttavia, non si limitò a predicare in Palestina, ma si spostò in diversi paesi dell’Asia Minore e Centrale, come il Ponto, l’Arabia, la Persia, e l’India, dove incontrò diverse culture e dovette affrontare molte persecuzioni. Ciononostante, con la propria testimonianza ed i propri miracoli, riuscì a fondare molte comunità Cristiane ed a convertire un gran numero di Anime al Cristianesimo.

L’ultima tappa della sua missione di evangelizzazione, fu l’Etiopia, dove in principio ebbe un grande successo, arrivando persino a battezzare il Re e tutta la sua famiglia, e dove realizzò numerose Chiese e Cattedrali.

L’Etiopia però, fu anche il luogo del suo martirio

La storia di San Matteo Apostolo si conclude proprio in Etiopia, dove ad un certo punto, la sua opera di evangelizzazione incontrò l’opposizione del fratello del Re Egippo, che ne usurpò il trono e ne voleva sposare la figlia (Ifigenia) contro la sua volontà. Itarco chiese a San Matteo di convincere Ifigenia a sposarlo, ma San Matteo oltre a rifiutarsi di farlo, lo rimproverò aspramente e pubblicamente per i suoi atti.

Fu così che Itarco decise di uccidere San Matteo, facendolo raggiungere da un sicario che mentre celebrava la Santa Messa, lo ghermì sull’Altare trafiggendolo con molti colpi di spada.

Si ritiene che l’assassinio di San Matteo sia avvenuto intorno all’anno 70/74 dC., e tra le rappresentazioni artistiche del suo martirio, spicca il celebre dipinto di Caravaggio: “il Martirio di san Matteo“.

Il martirio di San Matteo Apostolo

San Matteo Apostolo è venerato come santo da tutte le Chiese, solitamente raffigurato con un Angelo, una penna ed un libro sacro. L’Angelo è una delle quattro creature viventi del libro di Ezechiele o dell’Apocalisse, ed il libro sacro simboleggia il Vangelo secondo Matteo, che inizia con la genealogia terrena e l’infanzia di Gesù Cristo, mettendo in risalto non soltanto la sua Divinità, ma anche la sua umanità.

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Firma Daniele 9

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